martedì 28 aprile 2009

CHE TIPI ALLA CONSOLE

La passione per i videogiochi scoppia al tempo dei capelli d'argento. Ecco che cosa fanno

"Se non la smetti ti sequestro la console". Chi lo dice? Indovina, indovinello...La soluzione è attribuire la frase della mamma stanca di vedere il figlio adolescente chiuso in camera, a consumare i pomeriggi sulla playstation. Ma ormai è corretta solo in parte. Nel senso che ai nostri tempi potrebbe dire la stessa cosa una moglie al marito ultrasessantenne. Non è raro infatti ormai che la passione per i videogiochi scoppi al tempo delle chiome d'argento. Mica per caso gli esponenti del mercato chiamano questi giocatori silver players.
Gli ultimi dati dicono che in America il 23% degli over 65 si diverte con i videogiochi. E da noi anche in assenza di cifre aggiornate si capisce che la tendenza è la medesima. Ma a una certa età il giocatore tipo è diverso dal prototipo che abbiamo in mente: non è più questione di afferrare il joystick e sparare a tutto quello che passa, muovendo le dita alla velocità della luce. E nemmeno di giochi di ruolo che pretendono per valicare livelli e livelli, fatiche che durano giorni.

I giocatori d'argento amano ciò che somiglia alle cose che conoscono: i solitari di carte, oppure il sudoku cose che somigliano ai giochi di carta familiari da sempre: rompicapi che pretendono più che mani da pianisti cervelli veloci.
L'hanno notato con profitto i colossi del mercato, più di tutti il giapponese Nintendo che nella fascia argentea ha individuato una nuova, vergine e redditizia clientela; a patto ovviamente di immaginare prodotti ad hoc. Lo sono in particolare i brain triner , giochi per console nati per tenere allenata la mente. Gli anziani che hanno provato ad amministrare una nazione virtuale, dai conti pubblici alla strategia militare, dopo ricordavano meglio liste di parole in ordine e mostravano un incremento nell'abilità di calcolo.

mercoledì 22 aprile 2009

TERZA ETA':TANTE NECESSITA' E POLIZZE PER OGNI ESIGENZA

Una volta lasciato il lavoro molti si pongono la domanda:"Come farò a mantenere un livello decoroso di assistenza in vista della vecchiaia?". Con l'allungamento dell'età media, infatti la speranza di vita di un pensionato è di circa 20 anni, un periodo durante il quale oltre ad alcune soddisfazioni(come godersi la vita dopo tante fatiche)possono sorgere preoccupazioni per la salute o l'assistenza.
Ecco perchè negli ultimi anni le compagnie assicurative hanno preparato alcune polizze studiate ad hoc per la terza età e i suoi suoi bisogni. I settori a cui un anziano dovrebbe dedicare attenzione sono almeno due: la protezione della salute e quella dell'autonomia.

L'ASSISTENZA SANITARIA

E' la formula classica per coprirsi dai rischi derivanti da malattie, la soluzione ideale per chi vuole garantire a sè e alla propria famiglia un'assistenza di alta qualità, soprattutto nei casi di"grandi rischi"(interventi chirurgici, ricoveri per malattie gravi ecc.). Può sembrare strano ma anche chi sceglie un ospedale a gestione pubblica può essere interessato: ad esempio, un professionista o un artigiano grazie a una polizza possono incassare nel caso di ricovero una diaria che consente loro di recuperare parte del mancato guadagno nel periodo di malattia o per l'operazione subita.
Quasi tutte le compagnie hanno oggi formule diverse che consentono di"ritagliarsi"la polizza su misura.
Si può scegliere una formula"economica"che copre i rischi più gravi(interventi di alta chirurgia al cuore o al cervello, trapianti etc.), o una formula standard che copre interventi chirurgici e ricoveri per malattie e infortuni, o una formula"completa"che copre pure le visite specialistiche anche senza ricovero. Naturalmente meno si paga meno si riceve.
Proprio perchè le formule sono tante bisogna fare attenzione a tutte le clausole, pretendere informazioni chiare, farsi fare più preventivi da più assicurazioni. Alcune compagnie ad esempio non rimborsano le visite specialistiche, altre non pagano la diaria in caso di ricovero,altre escludono le analisi di laboratorio e così via.

giovedì 16 aprile 2009

SICURO, MA ANCHE ACCOGLIENTE: L'ALLOGGIO A MISURA DI ANZIANO


E' importante prevenire gli incidenti domestici, ma bisogna avere una casa che sia confortevole e facile da vivere.

La stragrande maggioranza degli italiani ama stare nella propria casa. Ma se in media il salotto è l'ambiente preferito, ciò non vale per la fascia sempre più ampia di over 65, che preferisce la cucina (55%). E' quanto emerge dall'indagine "Gli italiani e la casa", volta a scoprire i costumi abitativi del nostro Paese e curata da Astarea per Stannah, leader nella produzione di montascale.
La ricerca (basata su 2.100 interviste telefoniche, raccolte in 180 punti della Penisola con un campione rappresentativo dai 35 anni in su)evidenzia che la maggioranza dei connazionali (60%) abita in condominio e solo il restante 40% in case individuali: nel Nord Est dove sono meno diffusi i condomini, sono soprattutto le persone over 65 a vivere in case monofamiliari.

IL CENTRO DEGLI AFFETTI

Ma cosa rappresenta la casa per gli italiani? Se dal 45% dei 54-65enni è considerata il "centro dei propri affetti", questo valore scende al 35% per la popolazione di over 65 intervistati contro una media nazionale del 39%. Per Astarea questo fenomeno si spiega con il fatto che i 54-65enni vivono in una dimensione casa-centrica e presumibilmente ancora in coppia, svolgono diverse attività, con la presenza anche intermittente di nipoti. Andando invece avanti con gli anni questa situazione rischia di depauperarsi con la perdita del compagno/a, degli amici, con la riduzione della vita sociale e la casa finisce per essere vissuta in "modo meno affettivo".
La percentuale di anziani che guarda la tv, se pur in cucina è superiore alla media nazionale(60% contro 57%). La lettura è invece prediletta di più nei grandi centri(36%) e tra le persone di ceto superiore(53%) e gli anziani la scelgono, in linea con la media nazionale, per il 31% dei casi. La ricerca di Astarea voleva anche verificare la presenza di barriere architettoniche all'interno delle case: risulta che il 36% degli anziani deve superare una scala esterna, mentre il 29% ha una scala all'interno della casa. Più di un terzo sceglierebbe, se necessario, l'installazione di un montascale o di un ascensore.

UN AMBIENTE PER TUTTI

Ma è possibile realizzare una casa "a misura" di anziano con specifiche soluzioni architettoniche, tecnologiche e gestionali?
Il Progetto per l'Utenza Ampliata considera un nuovo modo positivo e propositivo di porsi davanti al progetto per realizzare spazi fruibili per tutti.
Il progetto si occupa di di progettazione per l'accessibilità, il che non significa però realizzare abitazione specifiche per anziani o persone disabili, anzi lo sforzo è proprio quello di evitare una stigmatizzazione delle persone con qualche difficoltà. Non esiste pertanto una ricetta a priori valida per tutti. Senza dubbio però una progettazione accessibile richiede una certa attenzione alla sicurezza, ma ciò non significa che l'ambiente non possa essere accogliente. Bisogna sempre partire dalla persona, dall'uomo, dai suoi bisogni e provvedere con interventi calibrati. Ad esempio al posto di stanze con piastrelle rigorosamente di colore bianco e nero, poco illuminate e tristi , è senz'altro meglio un ambiente colorato e pieno di luce.
La domotica e quindi la tecnologia, può poi dare un aiuto importante nel rendere la quotidianità domestica più semplice. Con l'impiego della tecnologia si può fare molto, ma occorre abbinnare al problema le funzioni che possono ritornare utili.
A proposito si dovrà distinguere fra domotica per l'autonomia della persona, in cui rientrano comandi vocali, sensori per far accendere tv e luci, per le poltrone reclinabili ecc. e quella mirata alla sicurezza,e a sua volta per quest'ultima si deve distingure fra interventi per la sicurezza dell'abitazione o della persona. In questa categoria rientrano i sistemi per le chiamate d'emergenza, gli allarmi che segnalano un rubinetto rimasto aperto, il gas lasciato acceso ecc.

mercoledì 1 aprile 2009

LE TRACCE DELL'INVECCHIAMENTO

Il vecchio è sempre l'altro, nel quale non ci riconosciamo(paura del tempo che passa;sentimento di immortalità)

Dissociazione tra l'immagine interna e l'immagine esterna

I segni dell'invecchiamento può portare a una discrepanza tra quello che ci sentiamo di essere e quello che siamo diventati.

Cambiamenti fisici esterni:
PELLE E VISO: Primi segni sul viso dell'invecchiamento: comparsa di rughe sulla fronte verso i 30 anni ed ulteriori segni del tempo che passa tra i 30 e i 50 anni. Cambiamenti nella forma del viso: accumulo di cartilagine che causa un allargamento e un allungamento del naso, un ingrandimento dei lobi delle orecchie e aumento della dimensione delle orecchie. La circonferenza della testa aumenta in quanto lo scalpo diventa più spesso.
CAPELLI: Inizia la comparsa dei capelli bianchi. A partire dai 65 anni i capelli diventano sempre più fini e crescono più lentamente ed è più frequente la calvizia
ALTEZZA: Dai 30 ai 50 anni vi è una diminuzione di circa 1cm e di 2cm tra i 50 e i 70 anni a causa della gravità che provoca un indebolimento dei muscoli.
PESO: Aumento del peso e diminuzione della capacità di trasformare il cibo in energia. Dopo i 20 anni il numero di calorie necessarie per mantenere il nostro peso declina del 1o% ogni 10 anni.
Dopo la mezza età, nell'età anziana si inizia invece a perdere gradualmente il peso a causa del deterioramento di tessuti e muscoli.
VOCE: Le corde vocali diventano molto più acute.

Cambiamenti fisici interni:
OSSA E MUSCOLATURA: I muscoli raggiungono la loro massima forza dai 20 ai 30 anni per poi subire un declino soprattutto dopo i 60 anni. Riduzione della resistenza muscolare, riduzione del tono muscolare, declino della massa muscolare causando osteoporosi.
Riduzione dello spessore della cartilagine, progressiva degenerazione delle strutture osee che causano l'artrosi, diminuzione dei tempi di reazione.
SISTEMA CARDIOVASCOLARE: Invecchiando il muscolo del cuore si deteriora e diminuisce l'efficienza con cui il sangue viene trasportato al resto del corpo. Il battito cardiaco subisce un declino.
SISTEMA POLMONARE: L'efficienza del sistema polmonare diminuisce.
SISTEMA DIGESTIVO: I muscoli digestivi funzionano più lentamente. A parte questo non vi sono problemi legati nel digerire i grassi, proteine o carboidrati.

Cambiamenti sensoriali:
VISIONE: Il cristallino dell'occhio diviene meno flessibile. Difficoltà a percepire i colori come il blu, il viola e il verde ma non i colori giallo, arancione, rosso.
A 50 i riflessi pupillari rallentano, minore è l'abilità di adattamento al buio. Probabilità di sviluppare patologie quali la catarrata.
UDITO: L'abolità di sentire alcuni toni puri diminuisce dai 40 anni ma solo più tardi avvengono cambiamenti pronunciati dovuti soprattutto alla prolungata esposizione ad ambienti rumorosi. E' il senso più colpito nell'invecchiamento.
GUSTO: Diminuzione di lieve entità nella capacità di identificare i 4 tipi di gusti dopo i 50 anni. Sembra che agli anziani non piaccia il gusto amaro.
OLFATTO: Le nostre abilità olfattive diminuiscono verso i 50 anni e subiscono un declino accellerato dopo i 70 anni.
Gli anziani non riescono ad adattarsi alla temperatura.