giovedì 28 maggio 2009



SESSUALITA': UN TABU' DA SFATARE



Contrariamente alle credenze comuni la maggior parte degli anziani desidera ed è in grado di avere un' attività sessuale soddisfacente: non si osserva cioè in entrambi i sessi la perdita della capacità fisica e psichica di avere rapporti, e quindi di esprimere anche in questo modo un sentimento di amore.


La riduzione della capacità sessuale molte volte è il risultato di una malattia o l'effetto collaterale di alcuni farmaci o di particolari condizioni emotive; spesso queste situazioni sono trattabili e reversibili.

Nella donna la perdita della capacità sessuale è meno rilevante che nell'uomo. Le modificazioni degli organi genitali sono di solito legate alla riduzione delle concentrazioni nel sangue degli ormoni estrogeni durante e dopo la menopausa. Per questo motivo molti specialisti consigliano alle donne un trattamento con una terapia sostitutiva di ormoni. Di recente è stato immesso in commercio amche un cerotto sottilissimo che contiene questi ormoni. Non tutti gli specialisti sono comunque d'accordo sull'uso di questi prodotti che in alcuni casi sembrano provocare effetti collaterali, anche importanti.

Negli uomini si osserva in genere una modificazione più netta della capacità sessuale: le varie fasi sono rallentate, ma quasi sempre mantenute nel loro complesso. Molte malattie interferiscono con la sessualità dell'anziano, tuttavia anche le più serie solo di rado arrestano completamente l'attività sessuale. Il diabete non curato è una delle poche malattie in grado di portare con il tempo alla comparsa di impotenza, cioè la perdita della possibilità di avere e mantenere l'erezione durante un rapporto sessuale. Una volta però che il diabete è stato riconosciuto e controllato la potenza sessuale può essere ripristinata.

Oltre ai fattori già descritti, molte volte l'impotenza dell'anziano è dovuta a problemi emotivi quali la stessa paura dell'impotenza; è utile allora ricordare che la stanchezza, l'ansia, la tensione, una malattia possono essere causa di impotenza a tutte le età.
Altri fattori che possono condizionare negativamente lo svolgimento di una normale attività sessuale sono le reazioni psicologiche alle modificazioni del fisico che invecchia, al pensionamento e ai conseguenti cambiamenti dello stile di vita.

Al dì là delle questioni di carattere organico, la vita sessuale dell'anziano si mantiene piena se egli vive il rapporto come mezzo per meglio esprimere l'affetto verso il proprio compagno o compagna.

lunedì 25 maggio 2009

BADANTI: UNA RISORSA INDISPENSABILE

In un paese come il nostro, dove l'assistenza pubblica è carente, ogni anno aumentano sempre di più le badanti: presenza indispensabile per accudire i nostri anziani. In Italia ce ne sono circa 774 mila, ma le clandestine sono quasi il 40 per cento. Sono quasi tutte straniere, età media 37-40 anni, provenienti in prevalenza dall'Est Europa, in maniera minore da Sud America e Filippine.
Si parla tanto di solidarietà sociale, ma le misure in atto non sono sufficienti per aiutare gli anziani, in termini sociali, sanitari e assistenziali. Le famiglie italiane sono costrette a ricorrere alle badanti, anzi per meglio dire alle assistenti familiari, termine che riconosce l'alto lavoro svolto da queste lavoratrici che ci permettono di mantenere il proprio anziano a domicilio. Questo modello, tutto italiano, derivato dall'inadeguatezza dei servizi pubblici e dal mutamento della struttura familiare, è stato definito dal punto di vista sociologico"sub protettivo"perchè protegge meno di quanto fanno altri sistemi europei. Da noi vige il"welfare fai da te", risposta spontanea all'insufficienza del pubblico nell'assistenza agli anziani. Così si è creato un intreccio di convenienze che unisce le esigenze delle famiglie con quelle delle straniere, bisognose a loro volta di mantenere sè stesse e la famiglia in patria.


Governo quasi assente

Per l'assistenza agli anziani l'Italia spende solo lo 0,12% del Pil, meno della Lettonia(0,14%) e molto meno della Svezia(2,5%), Paese con un welfare consolidato.
Eppure l'Italia è un paese longevo(81 per la donna, 77 per l'uomo), in Europa detiene il primato ed è il secondo nel mondo dopo il Giappone. Un Italiano su cinque ha più di 65 anni e si prevede che entro il 2010 ci saranno oltre 28 milioni di over 60. Solo da qualche anno sono state attivate delle nuove politiche a livello locale, per formare le badanti ed erogare interventi economici modesti alle famiglie.

Il futuro è la qualificazione

Il lavoro di cura è considerato una"vocazione femminile"che si conosce senza apprendimento e senza un'adeguata preparazione. E' importante invece che le badanti siano sempre più qualificate. Dovranno specializzarsi frequentando dei corsi e sarebbe utile instituire dei percorsi di certificazione delle competenze. Bisognerà instituire un albo per un lavoro così importante e delicato, non ci si può basare sul passaparola.
E' urgente pensare a un nuovo welfare che superi lo spontaneismo e il"fai da te" e richiami tutti, innanzitutto le istituzioni, alle loro responsabilità.

lunedì 11 maggio 2009

I PROBLEMI DEGLI ANZIANI

Nel passato gli anziani godevano di autorità e rispetto, oggi invece la moderna società industriale, caratterizzata dal rapido rinnovarsi delle conoscenze, da uno sviluppo della tecnologia e della scienza sempre più vertiginoso, dal profitto e dal consumismo sembra relegare chi non è più in grado di produrre e di consumare in un angolo di solitudine.

Le società contadine e preindustriali assegnavano all'anziano una funzione ben diversa dall'attuale: egli era il depositario di una saggezza, di un sapere sedimentatosi durante tante generazioni succedutesi nell'abitazione magari dello stesso casolare; egli era colui che rappresentava e manteneva l'unità della famiglia patriarcale, tipica della comunità contadina. Egli per questo godeva del rispetto dei giovani e in genere di tutti i famigliari tanto che nei momenti di difficoltà il suo consiglio era sempre il più ascoltato.
La società preindustriale, o comunque ancora a limitata industrializzazione, ad economia prevalentemente agricola e non ancora caratterizzata dal consumismo e dall'invadenza dei"mass-media", presente ancora in Italia fino ad alcuni decenni fa attribuiva grande importanza all'esperienza, considerata come l'accumulo delle conoscenze in un'epoca non ancora caratterizzata dal rapido rinnovarsi dei saperi e dalla diffusione in tempo reale di idee ed informazioni operata dai mass media. E' ovvio che in tale contesto gli anziani non potevano assolutamente essere visti come elementi deboli della società, ma parte integrante di un tessuto sociale che attribuiva loro come già detto un ruolo autorevole e una funzione non trascurabile.
E' la società industriale e consumistica che invece rende più deboli alcuni elementi del tessuto sociale, condannandoli irremediabilmente all'emarginazione.
Anziani, handiccapati persone che per varie ragioni non riescono ad integrarsi nella nostra società, caratterizzata da tempi di lavoro frenetici e ad alto tasso di competitività sono ricacciati ai margini della società stessa, costretti non di rado a vivere in condizioni di frustrazione e conoscere penose crisi d'identità.
Al posto della famoglia patriarcale tipica della società contadina di una volta, la società industriale privilegia il modella della famiglia cosìdetta nucleare, cioè costituita da un unico nucleo formato da genitori e figli, questi ultimi in genere in numero ridotto. La famiglia nucleare vive fisicamente separata dal resto della parentela e in genere isolata dal resto della società. In questa situazione l'anziano oggi è condannato alla marginalità anche dalle sue diminuite energie e dalle sue minori esigenze: egli non può sopportare i ritmi"stressanti" del lavoro di oggi, rischia di essere un peso per la società così frenetica e solo animata da logiche di profitto.
La condizione dell'anziano è un problema che ci riguarda direttamente perchè...tutti siamo destinati a vivere questa condizione. I problemi della terza età inoltre sono destinati a investire una rilevanza sempre maggiore per il fatto che nella moderna società industriale la percentuale di anziani sulla popolazione attiva è destinata a salire considerevolmente sia per l'allungarsi dell'età umana, sia per il calo delle nascite. Al di là delle considerazioni di statistica economica è indispensabile in ogni modo che gli anziani vengano sempre visti con simpatia ed affetto, non siano considerati di peso alla società, ma vengano sempre circondati dal calore dei familiari e dal rispetto di tutti. Solo vincendo l'angoscia della solitudine e il senso d'inutilità che può nascere dal sentirsi messo da parte, l'anziano potrà continuare a considerarsi parte integrante della società.

martedì 5 maggio 2009

Dieta ideale per l'anziano

Una corretta alimentazione è un ingrediente essenziale per conservare uno buono stato di salute in tutte le età, e specialmente in età avanzata. Negli anziani infatti avvengono modificazioni fisiologiche, quali il rallentamento del metabolismo basale e la diminuzione della muscolatura scheletrica, cambiamenti dello stile di vita, come la ridotta attività fisica, che riducono il fabbisogno energetico ma che richiedono un equilibrato apporto di nutrienti.
Oltre i 40 anni, l'occorente di calorie e di proteine diminuisce gradulmente di circa il 5% ogni 10 anni sino ai 60 anni d'età; dai 60 ai 70 anni il calo è del 10%, e un'altra riduzione del 10% avviene dopo i 70 anni. Ma il problema nell'anziano non è tanto quello dell'apporto calorico quanto quello di regime alimentare equilibrato e completo nei principali nutrienti. La dieta ideale deve coprire in modo armonico ed equilibrato i fabbisogni nutrizionali dell'anziano e molto schematicamente deve essere impostata assicurando l'apporto calorico totale intorno alle 2.100 calorie e l'energia deve essere fornita dai carboidrati per il 50-60%, dalle proteine per il 12-14%,dai lipidi per il 30-35%.
I carboidrati sono contenuti prevalentemente nel pane, nella pasta,nelle patate...
Le proteine sono presenti nelle carni, nel latte, nei legumi ecc..
I lipidi o grassi si trovano invece negli oli, nel burro, nei formaggi, ecc...
E' essenziale poi l'apporto d'acqua, vitamine e sali minerali. Gli anziani sentono meno la sete e si astengono dal bere per paura di disturbi come l'incontinenza urinaria o per timore dell'accumulo o liquidi che secondo un'idea sbagliata "fa gonfiare".
E' necessario bere ogni giorno una buona quantità di acqua(almeno 8-10 bicchieri)per preservare la funzionalità renale, idratare la pelle, ammorbidire le feci e così ridurre il rischio di stipsi. Una buona abitudine è bere 2 bicchieri d'acqua di mattino a digiuno. Oltre che con l'acqua i liquidi s'introducono con il consumo di succhi di frutta, caffelatte,tè, latte freddo o caldo, tisane.
Anche un bicchiere di vino durante o meglio alla fine del pasto va bene. Stimola la secrezione di succhi gastrici, favorisce la digestione e da un senso di benessere...purchè la quantità sia limitata(non più di mezzo litro al giorno). Da evitare sono invece i superalcolici.
I sali minerali, presenti nei formaggi, nelle carni, nelle uova ecc...sono necessari al corpo umano in quantità diverse tra loro. Nella dieta dell'anziano devono essere assolutamenti presenti il calcio ed il ferro. Il latte intero, il formaggio, lo yogurt, il pesce ecc...sono cibi ricchi di calcio. Due tazze di latte intero al giorno coprono il 75% del fabbisogno giornaliero di calcio e contribuiscono a mantenere la densità delle ossa prevenendo così l'osteoporosi.
Le persone anziane sono a rischio di carenza di ferro. Si può evitarla aumentando il consumo di legumi, radicchio e spinaci, uova, tonno e petto di pollo.
Bisogna stare attenti inoltre ad introdurre cibi ricchi di fibra(cereali, legumi,mele ecc..). Questi alimenti accompagnati da un'abbondante quantità di liquidi, oltre a dare un senso di sazietà, contribuiscono a regolare l'intestino.

domenica 3 maggio 2009

COME DEFINIRE UNA PERSONA "ANZIANA"?

Chi potrebbe vivere ancora 10 anni dal momento in cui viene definita tale: ad es., se la spettanza di vita è di 75 anni, anziano è chi ne ha 65 o più. Per questo al momento attuale si definisce anziano chi supera i 65 anni, poichè l'età media si aggira attorno ai 75-80 anni. Tale limite però potrebbe verosimilmente modificarsi in futuro.
"Vecchio"potrebbe allora definirsi chi supera l'età media della popolazione.
Però è evidente che in tali definizioni è implicita anche la valutazione della condizione fisica. Una persona può apparire vecchia(o vecchieggiante)se nonostante la relativamente giovane età ha un aspetto scenescente. Perciò, tali limiti di età e definizioni potrebbero cambiare nei prossimi anni con il modificarsi della durata e della qualità della vita.
Anziano, quindi potrebbe definirsi chi potrà vivere ancora 10 anni dal momento della definizione di tale fascia di età, in buone condizioni fisiche.
E' importante garantire un prolungamento della vita, ma in condizioni accettabili. Si potrebbe infatti avere un prolungamento della vita ma in condizioni precarie(le terapie eventuali potranno solo attenuare i sintomi della disabilità della vecchiaia). Oppure la ricerca biomedica riuscirà anche a migliorare la qualità della vita?

L'an
ziano spesso è anche considerato una persona fragile. Definizioni e aspetti della fragilità nell'anziano: si riferisce alla persona anziana, affetta da una o più patologie, che, per la particolare sinergia età-malattie, presenta un equilibrio di salute particolarmente instabile.

E' una misura multidimensionale della salute.
Il concetto di "multidimensionalità" applicato alle patologie dell'anziano indica: il fatto che nella persona anziana molto spesso sono coesistenti più patologie. Ciò implica che il malato anziano deve essere valutato e trattato da più specialisti. Quindi l'approccio alla persona anziana malata deve essere multidimensionale(cioè deve essere valutata da vari punti di vista) ovvero multidisciplinare(cioè effettuato da vari specialisti).
Le malattie dell'anziano spesso portano a disabilità, che viene definita dall'OMS: bilancio negativo tra le capacità di una persona e le richieste ambientali(in genere si misura con questionari in cui si dichiarono le difficoltà nel camminare, nel cucinare, nella cura di sè).
Sostanzialmente sono due i tipi di disabilità: fisica e psichica. La disabilità è fonte di rischio per: istituzionalizzazione, co-morbidità e mortalità.
La disabilità và distinta però dal concetto di menomazione e dal concetto di handicap.
A seguito di un evento morboso sia esso una malattia(congenita o meno)o un incidente una persona può subire una menomazione, ovvero la perdita o anomalia strutturale o funzionale, fisica o psichica. La menomazione può portare alla disabilità, ovvero alla limitazione della persona nello svolgimento di una o più attività considerate "normali" per un essere umano della stessa età. Infine la disabilità può portare all'handicap, ovvero allo svantaggio sociale che si manifesta a seguito dell' interazione con l'ambiente.
La Disabilità nell'anziano è l'effetto di:
  • allungamento della vita media(=problema attuale)e della speranza di vita(=problemo futuro)
  • aumento del numero degli anziani(>65 anni)
  • aumento delle patologie legate all'età
  • aumento delle conseguenze delle patologie stesse: Disabilità

sabato 2 maggio 2009

INTERNET: UN ANTIDOTO ALLA SOLITUDINE
Internet non permette certo di ringiovanire. Eppure con i suoi infiniti "rivoli", apre una serie di straordinarie possibilità alla popolazione anziana. Tutto questo con un vantaggio in più per questa fascia di popolazione, un "lusso" che i giovani e gli adulti non hanno: il tempo fondamentale per navigare nel mare infinito di Internet.
In primo luogo al Web spetta il merito di creare una "nuova alleanza tra le età". Per la prima volta infatti l'uso del computer e di Internet sale dal basso dell'età piuttosto che scendere dall'alto:"non è l'anziano che insegna ai giovani come si usano certi aratri o certe trebbiatrici, ma è il giovane o il bambino che spiega al padre o al nonno come si usano le nuove tecnologie".
Abbandonata l'attenzione dal lavoro e dalla produzione, gli anziani trovano nel Web un nuovo luogo di socializzazione: Internet apre agli anziani nuovi orizzonti di interazione e si configura come un fondamentale antidoto alla solitudine. Si pensi alle chat e ai forum e in generale alle sempre più numerose comunità che si fanno strada nella rete: in esse nasono e si intrecciano nuovi rapporti, rapporti tra persone lontane e soprattutto rapporti tra persone che in molti casi hanno un'età molto diversa. In questo modo Internet consente, ancora una volta un nuovo dialogo tra le generazioni abbattendo le barriere comunicative legate all'età e configurandosi sempre più come terreno ideale di un nuovo gioco, il "gioco della non età".
Internet si direbbe fa bene alla salute. E gli anziani ne sono entusiasti. La conferma arriva da una ricerca realizzata dall'Università Milano-Bicocca su un campione rappresentativo degli ottomila ultrasessantenni partecipanti al corso di alfabetizzazione informatica realizzato a Milano dall'Associazione Interessi Metropolitani. Lo studio fotografa un ultrasessantenne curioso ed entusiasto di aver trovato finalmente un antidoto alla solitudine. Oltre il 60% degli intervistati ritiene di aver migliorato la propria vita: si tratta di persone che avendo molto tempo a disposizione, preferiscono arricchirsi e usare le straordinarie opportunità offerte dalla tecnologia unvece di subire passivamente i messaggi televisivi, appropiandosi di nuove conoscenze, facendo amicizie o anche solo appagando delle curiosità.
Uno studio condotto dal Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma ha cosi sintetizzato i vantaggi per la terza età derivanti dall'uso di Internet:
  • il Web stimola funzioni cognitive quali la percezione, attenzione, tempi di reazione, memoria e ragionamento combattendo il decadimento dell'efficienza psichica globale;
  • il Web mantiene attiva la curiosità intellettuale dell'anziano;
  • il Web permette agli ultrasessantenni di restare al passo con l'avanzare della società, consevando una maggiore autonomia;
  • tramite le chat e le altre attività di telecomunicazione web può aumentare i contatti sociali e assicurare informazioni recenti; si possono formare nuove amicizie, creare relazioni, contattare i membri della famiglia. Per i pensionati vengono alla ribalta opportunità di condividere le loro conoscenze e abilità con altri, nonchè nuove opportunità lavorative.