Si parla tanto di solidarietà sociale, ma le misure in atto non sono sufficienti per aiutare gli anziani, in termini sociali, sanitari e assistenziali. Le famiglie italiane sono costrette a ricorrere alle badanti, anzi per meglio dire alle assistenti familiari, termine che riconosce l'alto lavoro svolto da queste lavoratrici che ci permettono di mantenere il proprio anziano a domicilio. Questo modello, tutto italiano, derivato dall'inadeguatezza dei servizi pubblici e dal mutamento della struttura familiare, è stato definito dal punto di vista sociologico"sub protettivo"perchè protegge meno di quant
o fanno altri sistemi europei. Da noi vige il"welfare fai da te", risposta spontanea all'insufficienza del pubblico nell'assistenza agli anziani. Così si è creato un intreccio di convenienze che unisce le esigenze delle famiglie con quelle delle straniere, bisognose a loro volta di mantenere sè stesse e la famiglia in patria.

Governo quasi assente
Per l'assistenza agli anziani l'Italia spende solo lo 0,12% del Pil, meno della Lettonia(0,14%) e molto meno della Svezia(2,5%), Paese con un welfare consolidato.
Eppure l'Italia è un paese longevo(81 per la donna, 77 per l'uomo), in Europa detiene il primato ed è il secondo nel mondo dopo il Giappone. Un Italiano su cinque ha più di 65 anni e si prevede che entro il 2010 ci saranno oltre 28 milioni di over 60. Solo da qualche anno sono state attivate delle nuove politiche a livello locale, per formare le badanti ed erogare interventi economici modesti alle famiglie.
Il futuro è la qualificazione
Il lavoro di cura è considerato una"vocazione femminile"che si conosce senza apprendimento e senza un'adeguata preparazione. E' importante invece che le badanti siano sempre più qualificate. Dovranno specializzarsi frequentando dei corsi e sarebbe utile instituire dei percorsi di certificazione delle competenze. Bisognerà instituire un albo per un lavoro così importante e delicato, non ci si può basare sul passaparola.
E' urgente pensare a un nuovo welfare che superi lo spontaneismo e il"fai da te" e richiami tutti, innanzitutto le istituzioni, alle loro responsabilità.
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