domenica 3 maggio 2009

COME DEFINIRE UNA PERSONA "ANZIANA"?

Chi potrebbe vivere ancora 10 anni dal momento in cui viene definita tale: ad es., se la spettanza di vita è di 75 anni, anziano è chi ne ha 65 o più. Per questo al momento attuale si definisce anziano chi supera i 65 anni, poichè l'età media si aggira attorno ai 75-80 anni. Tale limite però potrebbe verosimilmente modificarsi in futuro.
"Vecchio"potrebbe allora definirsi chi supera l'età media della popolazione.
Però è evidente che in tali definizioni è implicita anche la valutazione della condizione fisica. Una persona può apparire vecchia(o vecchieggiante)se nonostante la relativamente giovane età ha un aspetto scenescente. Perciò, tali limiti di età e definizioni potrebbero cambiare nei prossimi anni con il modificarsi della durata e della qualità della vita.
Anziano, quindi potrebbe definirsi chi potrà vivere ancora 10 anni dal momento della definizione di tale fascia di età, in buone condizioni fisiche.
E' importante garantire un prolungamento della vita, ma in condizioni accettabili. Si potrebbe infatti avere un prolungamento della vita ma in condizioni precarie(le terapie eventuali potranno solo attenuare i sintomi della disabilità della vecchiaia). Oppure la ricerca biomedica riuscirà anche a migliorare la qualità della vita?

L'an
ziano spesso è anche considerato una persona fragile. Definizioni e aspetti della fragilità nell'anziano: si riferisce alla persona anziana, affetta da una o più patologie, che, per la particolare sinergia età-malattie, presenta un equilibrio di salute particolarmente instabile.

E' una misura multidimensionale della salute.
Il concetto di "multidimensionalità" applicato alle patologie dell'anziano indica: il fatto che nella persona anziana molto spesso sono coesistenti più patologie. Ciò implica che il malato anziano deve essere valutato e trattato da più specialisti. Quindi l'approccio alla persona anziana malata deve essere multidimensionale(cioè deve essere valutata da vari punti di vista) ovvero multidisciplinare(cioè effettuato da vari specialisti).
Le malattie dell'anziano spesso portano a disabilità, che viene definita dall'OMS: bilancio negativo tra le capacità di una persona e le richieste ambientali(in genere si misura con questionari in cui si dichiarono le difficoltà nel camminare, nel cucinare, nella cura di sè).
Sostanzialmente sono due i tipi di disabilità: fisica e psichica. La disabilità è fonte di rischio per: istituzionalizzazione, co-morbidità e mortalità.
La disabilità và distinta però dal concetto di menomazione e dal concetto di handicap.
A seguito di un evento morboso sia esso una malattia(congenita o meno)o un incidente una persona può subire una menomazione, ovvero la perdita o anomalia strutturale o funzionale, fisica o psichica. La menomazione può portare alla disabilità, ovvero alla limitazione della persona nello svolgimento di una o più attività considerate "normali" per un essere umano della stessa età. Infine la disabilità può portare all'handicap, ovvero allo svantaggio sociale che si manifesta a seguito dell' interazione con l'ambiente.
La Disabilità nell'anziano è l'effetto di:
  • allungamento della vita media(=problema attuale)e della speranza di vita(=problemo futuro)
  • aumento del numero degli anziani(>65 anni)
  • aumento delle patologie legate all'età
  • aumento delle conseguenze delle patologie stesse: Disabilità

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