venerdì 27 marzo 2009

COSA VUOL DIRE INVECCHIARE???
L'invecchiamento può essere definito come processo, o insieme di processi che hanno luogo in un organismo vivente e che con il passare del tempo ne diminuiscono le possibilità di sopravvivenza.
  • Il 64,5% considera l'invecchiamento un processo naturale che va vissuto senza traumi;
  • il 22,8% addirittura una fase positiva della vita, purchè si adottino per tempo le dovute strategie per invecchiare bene;
  • meno del 13% ritiene l'invecchiamento un processo inesorabile.
LA MAGGIORANZA HA METABOLIZZATO LA NATURA NON TRAUMATICA DELL'INVECCHIAMENTO
Le persone raggiunti i 6o anni circa, non si apprestano semplicemente a compiere un dignitoso e sereno completamento del percorso della loro vita, ma progettano un nuovo ciclo vitale dell'esistenza, hanno progetti e fanno sogni per il loro futuro!
Visione originale e positiva della terza età, vista come tempo della libera scelta e di nuove opportunità.
E' importante distinguere l'invecchiare dalla malattia:
- Invecchiare porta con sè cambiamenti universali e non reversibili(non possiamo evitare di invecchiare).
- La malattia invece può essere curata, alleviata o ritardata nel suo insorgere, e colpisce solo una parte della popolazione.
L'Invecchiamento e le emozioni
Le emozioni sono il cuore delle nostre relazioni sociali e la loro espressione costituisce uno dei canali comunicativi che ci permette di funzionare nei contesti famigliari, culturali o sociali.
Secondo la teoria selettiva socioemotiva le emozioni sono dei processi psicologici centrali la cui regolazione all'aumentare dell'età diventa più sofisticata a causa dei cambiamenti negli obiettivi che gli anziani si prefiggono. Il raggiungimento"massimo emozionale" viene raggiunto nelle relazioni interpersonali o nell'ottimizzazione della regolazione delle emozioni, privilegiando quelle positive e minimizzando quelle negative, come nei conflitti interpersonali. Queste modificazioni nelle emozioni sono principalmente dovute alla maggiore esperienza e conoscenze che gli individui hanno acquisita con l'età e dalla consapevolezza che il tempo che resta è breve.
Secondo tale teoria la ristretta rete sociale degli anziani viene interpretata non in termini di disimpegno ma come selezione di quelle relazioni-selettività sociale- che sono importanti, gratificanti, significative e che li ricompensino emotivamente rispetto a quelle superficiali.
Gli anziani tendono a mantenere i rapporti di amicizia con gli"amici di sempre", questo contribuirebbe al benessere e alla soddisfazione personale; al contrario raramente gli anziani si imbattono in nuove e casuali amicizie.
Il controllo della frequenza e qualità delle relazioni e del coinvolgimento sociale è quindi una strategia adattiva per regolare le emozion, mantenere benessere e potenziare la costruzione di un invecchiamento di successo.
Nonostante gli anziani abbiano problemi nel"regolare"la loro cognizione, regolano molto meglio dei giovani le loro emozioni.

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